Oggi vi parlo del margine di contribuzione, grandezza fondamentale che ogni imprenditore deve misurare per conoscere a fondo l’azienda, la sua lettura vi permetterà una vera evoluzione, avere sempre sotto controllo i costi, scegliere quali clienti acquisire e fare un’adeguata programmazione strategica. Inoltre, potrete comprendere quanto un prodotto o la totalità della vostra produzione di prodotti o servizi vi stia generando reddito.

Come si calcola il margine di contribuzione?

Il margine di contribuzione è la differenza tra i ricavi ed i costi variabili, quindi per fare un calcolo è necessario conoscerli entrambi.
I costi variabili sono le spese che variano a seconda della quantità di beni o servizi prodotti, pertanto, sono anche i costi che aumentano all’aumentare della produzione e diminuiscono al diminuire del volume di produzione.
Ad esempio: materie prime; il lavoro straordinario; energia elettrica per la produzione; acqua utilizzata nella produzione; commissioni pagate ai venditori per ogni unità venduta, ecc.
I costi fissi, invece, sono le spese che non dipendono dal volume di produzione di beni e servizi Ad esempio: ammortamenti; interessi passivi; assicurazione; affitto; stipendi; utenze di elettricità acqua e gas utilizzati degli uffici.

Possiamo analizzare il margine di contribuzione su 3 livelli.

1. margine di I livello

Il primo livello permette di verificare l’efficacia di un prodotto o servizio.Il margine di contribuzione deve essere positivo affinché la produzione abbia economicamente senso. Inoltre, deve essere anche almeno pari ai costi fissi unitari, altrimenti la produzione sarebbe in perdita.
2. margine di II livello

Nel secondo livello di analisi, dividiamo il margine di contribuzione per le ore di lavoro, ed otteniamo il margine di contribuzione orario: il guadagno che viene generato in un’ora.
A questo punto si potranno mettere a confronto diversi clienti e diversi prodotti.

3. margine di III livello

Nel terzo livello di analisi, dividendo i costi fissi per le ore di produzione necessarie, otteniamo il costo orario di struttura.
È importante conoscere il costo orario di struttura perché se la capacità produttiva fosse satura si potrebbero garantire solo le commesse a più elevato margine di contribuzione oraria.

Margine di contribuzione unitario

Si definisce margine di contribuzione unitario la differenza tra il prezzo di vendita unitario ed il costo variabile unitario, stiamo parlando del ricavo e del costo associati ad una variazione unitaria del volume di output.

Margine lordo di contribuzione

Il Margine di contribuzione lordo è il report che permette di valutare l’andamento delle diverse aree di un’azienda, di solito vengono divisi in centri di profitto e di spesa e si utilizza una presentazione scalare che segue la logica dei costi variabili e fissi.

Dr. Marco Mancini